Al consiglio regionale c’è un geometra, Antonio Buttarazzi, che è pure consigliere area Pdl di un piccolo comune della provincia di Frosinone ed è sostenitore dell’attuale presidente del consiglio regionale Mario Abbruzzese, che viene pagato «per fornire un supporto per l’elaborazione del documento per quanto concerne la valutazione dei rischi da stress del lavoro correlato». Per studiare lo stress ha ricevuto una consulenza da 15 mila euro. In totale, in consiglio regionale, le consulenze costano 400 mila euro. Alla giunta regionale, invece, il totale delle consulenze è di 1.600.000 euro. Un esempio: la presidente Renata Polverini ha dato due incarichi all’avvocato Rodolfo Mazzei per un compenso totale di 145 mila euro: 60 mila sono per una consulenza legale per la centrale unica degli acquisti che è un progetto strategico per la riduzione dei costi strutturali; altri 85 mila euro vanno al suo ruolo di componente del collegio di esperti per l’indirizzo e il programma. Rivediamo le cifre. Nel grande mare delle consulenze, in data 3 novembre 2010, il dato totale della giunta Polverini superava ampiamente quota un milione e mezzo, per la precisione 1.675.225,30 euro. Molto di più del dato con cui si era chiuso, secondo il sito della Regione, il 2009 con la precedente giunta regionale, che si era attestata attorno al milione di euro. Ma fanno sapere dalla giunta Polverini: quel dato è impreciso, noi in realtà abbiamo diminuito le consulenze e abbiamo risparmiato 2,5 milioni di euro con la riorganizzazione interna del personale. Tesi sempre della Polverini, ad alzare il dato totale contribuiscono gli incarichi ereditati dal passato. Inoltre, la giunta Marrazzo aveva circa 800 mila euro di consulenze che facevano capo agli assessorati (che la giunta Polverini non ha) più altre per 230 mila euro che erano state concesse prima della fine della legislatura. Resta però un fatto incontrovertibile, come dimostra l’elenco ufficiale delle consulenze della giunta regionale: il ricorso a questo strumento c’è stato senza timidezza. Soprattutto per le consulenze legali. Ma grazie ai nostri consulenti, replica lo staff della Polverini, i contenziosi con le società che presentanto ricorso dopo una gara si sono sostanzialmente ridotti. Osserva però Roberta Bernardeschi, leader di un sindacato che rappresenta i dirigenti pubblici, il Direr-Dirl: «Per legge, prima di dispensare una consulenza esterna che costa dei soldi, bisognerebbe attingere dal personale interno. Invece, questo non viene fatto. La stessa riforma Brunetta chiede una valorizzazione delle risorse interne. Invece, la Polverini che fa? Paga profumatamente avvocati esterni».
Su questa vicenda (compresa la doppia consulenza per l’avvocato Mazzei) i Radicali hanno presentato un’interrogazione a firma di Berardo e Rossodivita. Ma nel dettaglio come si arriva a quel montepremi di 1.600.000 euro (2 milioni se si aggiungono i 400 mila euro del consiglio regionale, ma in quel caso le consulenze sono bipartisan)? La Polverini ha confermato due incarichi importanti: a Gpsc srl da 163.000 euro che collabora con la programmazione economica e sociale; a Crinali Srl, da 775 mila euro. Si stanno occupando di centrale acquisti e fatturazione elettronica. Entrambi gli incarichi scadono a febbraio perché è in via di espletamento una gara per assegnare questo tipo di incarico. Ma nel montepremi ci sono anche molti uomini di fiducia Polverini: 60 mila euro a Enrico Bollea, consulente legale specialistico per il dipartimento di programmazione economica sociale; 20 mila euro all’avvocato Giuliano Bologna (vicino all’Ugl), consulente della Presidenza. Altri consulenti legali: Alexandra Bompani (60 mila euro) e Xavier Santiapichi (60 mila euro). Fino ad arrivare, appunto, alla doppia consulenza di Mazzei per un totale di 145 mila euro. Altro esempio: l’uomo della sanità, Andrea Urbani, che segue da vicino il piano di rientro e che per questo viene pagato 85 mila euro. E il consiglio regionale? In questo caso a dispensare consulenze sono i partiti di maggioranza e minoranza. E l’elenco pubblicato sul sito, alla voce trasparenza, per ora testimonia un montepremi da 400 mila euro, destinato ad aumentare. Detto del consigliere comunale del centrodestra che dovrà realizzare uno studio sullo stress, nel calderone c’è un po’ di tutto. Il consigliere regionale Idv, Claudio Bucci, ad esempio, quale consigliere segretario ha proposto e ottenuto un incarico per Alessandra Tibaldi, ex assessore al Lavoro della giunta Marrazzo: 33 mila euro per fornire un «supporto tecnico giuridico in materie di politiche del lavoro» . C’è anche chi - altro esempio - deve occuparsi di «realizzazione di uno studio comparativo degli Statuti e dei Regolamenti dei consigli regionali»: su proposta di Isabella Rauti, per un compenso di 33 mila euro, è stato scelto Fabrizio Dani (proveniente dal Ministero delle Politiche agricole); Marco Bosso, già assessore di Grottaferrata e candidato a sindaco, su proposta del vicepresidente del Consiglio, Bruno Astorre (Pd), per 33 mila euro dovrà fare «un’analisi approfondita e studio delle problematiche relative all’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro». Se ci fosse la possibilità di decuplicare le consulenze il problema dell’occupazione giovanile sarebbe già risolto.
2 commenti:
di MAURO EVANGELISTI
Al consiglio regionale c’è un geometra, Antonio Buttarazzi, che è pure consigliere area Pdl di un piccolo comune della provincia di Frosinone ed è sostenitore dell’attuale presidente del consiglio regionale Mario Abbruzzese, che viene pagato «per fornire un supporto per l’elaborazione del documento per quanto concerne la valutazione dei rischi da stress del lavoro correlato». Per studiare lo stress ha ricevuto una consulenza da 15 mila euro. In totale, in consiglio regionale, le consulenze costano 400 mila euro. Alla giunta regionale, invece, il totale delle consulenze è di 1.600.000 euro. Un esempio: la presidente Renata Polverini ha dato due incarichi all’avvocato Rodolfo Mazzei per un compenso totale di 145 mila euro: 60 mila sono per una consulenza legale per la centrale unica degli acquisti che è un progetto strategico per la riduzione dei costi strutturali; altri 85 mila euro vanno al suo ruolo di componente del collegio di esperti per l’indirizzo e il programma.
Rivediamo le cifre. Nel grande mare delle consulenze, in data 3 novembre 2010, il dato totale della giunta Polverini superava ampiamente quota un milione e mezzo, per la precisione 1.675.225,30 euro. Molto di più del dato con cui si era chiuso, secondo il sito della Regione, il 2009 con la precedente giunta regionale, che si era attestata attorno al milione di euro. Ma fanno sapere dalla giunta Polverini: quel dato è impreciso, noi in realtà abbiamo diminuito le consulenze e abbiamo risparmiato 2,5 milioni di euro con la riorganizzazione interna del personale. Tesi sempre della Polverini, ad alzare il dato totale contribuiscono gli incarichi ereditati dal passato. Inoltre, la giunta Marrazzo aveva circa 800 mila euro di consulenze che facevano capo agli assessorati (che la giunta Polverini non ha) più altre per 230 mila euro che erano state concesse prima della fine della legislatura.
Resta però un fatto incontrovertibile, come dimostra l’elenco ufficiale delle consulenze della giunta regionale: il ricorso a questo strumento c’è stato senza timidezza. Soprattutto per le consulenze legali. Ma grazie ai nostri consulenti, replica lo staff della Polverini, i contenziosi con le società che presentanto ricorso dopo una gara si sono sostanzialmente ridotti. Osserva però Roberta Bernardeschi, leader di un sindacato che rappresenta i dirigenti pubblici, il Direr-Dirl: «Per legge, prima di dispensare una consulenza esterna che costa dei soldi, bisognerebbe attingere dal personale interno. Invece, questo non viene fatto. La stessa riforma Brunetta chiede una valorizzazione delle risorse interne. Invece, la Polverini che fa? Paga profumatamente avvocati esterni».
Su questa vicenda (compresa la doppia consulenza per l’avvocato Mazzei) i Radicali hanno presentato un’interrogazione a firma di Berardo e Rossodivita. Ma nel dettaglio come si arriva a quel montepremi di 1.600.000 euro (2 milioni se si aggiungono i 400 mila euro del consiglio regionale, ma in quel caso le consulenze sono bipartisan)? La Polverini ha confermato due incarichi importanti: a Gpsc srl da 163.000 euro che collabora con la programmazione economica e sociale; a Crinali Srl, da 775 mila euro. Si stanno occupando di centrale acquisti e fatturazione elettronica. Entrambi gli incarichi scadono a febbraio perché è in via di espletamento una gara per assegnare questo tipo di incarico. Ma nel montepremi ci sono anche molti uomini di fiducia Polverini: 60 mila euro a Enrico Bollea, consulente legale specialistico per il dipartimento di programmazione economica sociale; 20 mila euro all’avvocato Giuliano Bologna (vicino all’Ugl), consulente della Presidenza. Altri consulenti legali: Alexandra Bompani (60 mila euro) e Xavier Santiapichi (60 mila euro). Fino ad arrivare, appunto, alla doppia consulenza di Mazzei per un totale di 145 mila euro. Altro esempio: l’uomo della sanità, Andrea Urbani, che segue da vicino il piano di rientro e che per questo viene pagato 85 mila euro.
E il consiglio regionale? In questo caso a dispensare consulenze sono i partiti di maggioranza e minoranza. E l’elenco pubblicato sul sito, alla voce trasparenza, per ora testimonia un montepremi da 400 mila euro, destinato ad aumentare. Detto del consigliere comunale del centrodestra che dovrà realizzare uno studio sullo stress, nel calderone c’è un po’ di tutto. Il consigliere regionale Idv, Claudio Bucci, ad esempio, quale consigliere segretario ha proposto e ottenuto un incarico per Alessandra Tibaldi, ex assessore al Lavoro della giunta Marrazzo: 33 mila euro per fornire un «supporto tecnico giuridico in materie di politiche del lavoro» . C’è anche chi - altro esempio - deve occuparsi di «realizzazione di uno studio comparativo degli Statuti e dei Regolamenti dei consigli regionali»: su proposta di Isabella Rauti, per un compenso di 33 mila euro, è stato scelto Fabrizio Dani (proveniente dal Ministero delle Politiche agricole); Marco Bosso, già assessore di Grottaferrata e candidato a sindaco, su proposta del vicepresidente del Consiglio, Bruno Astorre (Pd), per 33 mila euro dovrà fare «un’analisi approfondita e studio delle problematiche relative all’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro». Se ci fosse la possibilità di decuplicare le consulenze il problema dell’occupazione giovanile sarebbe già risolto.
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