Accogliamo con sollievo le dichiarazioni della Governatrice del Lazio Renata Polverini la quale avrebbe oggi affermato che “la pillola abortiva Ru486 corrisponde a un aborto terapeutico e quindi va considerata come un aborto chirurgico” e che “la Regione Lazio rispetta la legge nazionale per questo procederà a erogare la pillola negli ospedali”. Le linee guida della Regione in materia però non sono ancora state comunicate agli ospedali e i ginecologi non sanno cosa rispondere alle pazienti che ne richiedono l’uso. Il problema da risolvere urgentemente è rendere possibile e disponibile il reperimento della Ru 486 presso gli ospedali della nostra regione. Cosi come l'aborto chirurgico viene svolto in regime di day hospital, anche l'aborto medico dovrebbe svolgersi in ambito ospedaliero ma con un criterio razionale e consono alla procedura seguita in tutti i paesi in cui l'aborto medico è autorizzato, senza ricovero. Questo nel rispetto delle pazienti e dell'esigenza della gestione della sanità pubblica. La regione Emilia Romagna ci serva da esempio.
Dichiarazione di Rocco Berardo, consigliere regionale radicale del Lazio e Mirella Parachini, ginecologa, direzione dell’Associazione Luca Coscioni
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