Dichiarazione di Rocco Berardo, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni e neoeletto radicale al Consiglio Regionale del Lazio, e Mirella Parachini, ginecologa, presidente della FIAPAC (Federazione internazionale degli operatori di aborto e contraccezione)
Le dichiarazioni dissennate del neopresidente della Regione Piemonte sul blocco dell’impiego della pillola Ru486 da parte dei direttori generali delle Asl rappresentano il primo atto politico di quello che ci aspetta - speriamo nel solo Piemonte - da parte delle nuove maggioranze di centrodestra nelle regioni.
La neo presidente della Regione Lazio Renata Polverini ha prontamente risposto che “la pillola abortiva Ru 486, che da oggi può essere distribuita in Italia avrà nel Lazio lo stesso percorso dell'aborto chirurgico, quindi il ricovero in ospedale”. Speriamo che mantenga la parola, visto che l’aborto chirurgico viene eseguito in regime di day hospital, che rappresenta comunque una modalità di ricovero, e interessa (dati del 2007) nel Lazio oltre 14 mila donne.
“C'e' una legge, - ha aggiunto - la 194, che va rispettata”. Noi aggiungiamo: compreso l’articolo 8 che prevede la possibilità di eseguire gli interventi di interruzione della gravidanza “presso poliambulatori pubblici adeguatamente attrezzati, funzionalmente collegati agli ospedali ed autorizzati dalla regione”.
Ci auguriamo che la Presidente del Lazio Renata Polverini voglia mantenere le proprie convinzioni in materia, già espresse in passato, senza cedere al vero e proprio assedio delle gerarchie vaticane.
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