I risultati delle elezioni regionali rappresentano un pesante colpo alle prospettive e alle speranze aperte dalla candidatura di Emma Bonino alla presidenza della Regione Lazio. Con la scesa in campo di Emma Bonino si presentava infatti - tutti lo hanno capito e segnalato, alcuni con soddisfazione altri con allarmata preoccupazione - la possibilità di un cambiamento radicale nel panorama politico italiano, una occasione unica per rimettere in discussione e rinnovare assetti, progetti, programmi. Questa possibilità, questa speranza sono state duramente colpite. Lo si è capito nel momento in cui, a dieci giorni dalla fine della campagna, il Cardinale Bagnasco, presidente della Cei, e Silvio Berlusconi, all’unisono hanno deciso di prendere in mano la situazione e di scendere nell’arena per colpire “Emma l’abortista”.
Lo hanno fatto a modo loro, occupando - a reti unificate e senza possibilità di contraddittorio - ogni spazio possibile del monopolio televisivo Raiset. Alla virulenta compagna non è stato possibile opporre una qualsiasi resistenza, ad Emma e al suo staff non è stato concesso di i informare i cittadini con pari condizioni di accesso e di ascolto, di poter replicare e controbattere che le questioni sollevate da Bagnasco e da Berlusconi come spauracchio non erano in gioco in elezioni dal carattere puramente amministrativo; che la Legge 194 non è materia di competenza di un Consiglio regionale; e che peraltro la stessa candidata del Pdl, Renata Polverini, aveva più volte, in più occasioni, manifestato le stesse idee della sua rivale in materia di interruzione di gravidanze. Nulla da fare, occorreva colpire l’immagine di Emma. E’ evidente: altri, pesantissimi interessi erano e sono in gioco: innanzitutto la spesa sanitaria, il suo riequilibrio, le strutture private, il loro accreditamento, la loro “nontrasparenza” erano i temi veri che non si sono potuti mettere sul piatto del confronto politico. Al loro posto, i cittadini del Lazio hanno dovuto ascoltare solo un comizio ininterrotto del Presidente del Consiglio, abilissimo nella sua capacità di stornare l’attenzione dai problemi veri alla pura propaganda.
Ancora una volta, si è potuto constatare, senza possibilità di dubbio, che in Italia la parola democrazia è un termine che assume, nel vissuto della politica, un significato diametralmente opposto al senso classico, usuale, collaudato. Non solo per quanto riguarda l’informazione, ma anche per quel che concerne la struttura stessa del rapporto tra rappresentati e rappresentanti. Un’unione, questa, che si esaurisce nel momento della ricerca del consenso e per chi non è dentro i due grandi del blocchi del potere - di centrodestra e centrosinistra - non inizia neppure. Lo testimoniano la vicenda delle firme, degli autenticatori, delle amministrazioni locali che hanno reso la fase preelettorale totalmente fuori legge. Lo abbiamo denunciato prima. Non dopo. Con fatti, cifre, ricorsi. Lo abbiamo descritto persino prima che il fatto venisse compiuto. Lo sapevamo, perché chi è capace di tutto non ha il senso del limite. Dal nessun contraddittorio, alla voce unica. Siamo passati dal conflitto di interessi, alla presenza incontrastata, in tv sui tg a ogni ora. Lamentela? No, accusa.
A una opposizione inerte, buona a nulla. A un Regime partitocratico, la cui definizione potrà essere cambiata rispetto ai decenni passati, ma il cui effetto è lo stesso: la distruzione dello stato di diritto e della legalità. Abbiamo conquistato, come lista Bonino Pannella, in questa tornata elettorale solo due seggi, entrambi nel consiglio regionale del Lazio. Uno di quei due seggi ha consentito - oltre che l'elezione dell'avvocato Giuseppe Rossodivita, membro della direzione di Radicali Italiani - la mia elezione a consigliere. Come tesoriere dell'Associazione che porta il nome di Luca Coscioni ho, ora, come primo obiettivo quello di portare i temi della ricerca e della salute, della disabilità e della laicità nell'agenda del consiglio del Lazio. Continueremo e condurremo le nostre iniziative radicali anche in questa importante sede istituzionale, dove dai banchi dell'opposizione svolgeremo un rigoroso controllo sul governo della sanità e non solo, insieme ai tanti che con l’Associazione Luca Coscioni vorranno portare il loro contributo di proposta alternativa, che è fondamentale e necessaria, ora più che mai.
*intervento pubblicato su Agenda Coscioni, aprile 2010
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