Riformare la democrazia, chiamando un emendamento: "Riduzione dei costi della politica nelle regioni"

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Con il nuovo decreto del Governo, che impone la riduzione del numero dei consiglieri regionali da 70 a 50, anche in occasione delle prossime elezioni regionali del Lazio, si sceglie di fare un taglio netto alla democrazia confondendo i tagli agli sprechi e ai privilegi, che nel testo sono rinviati a sei mesi dall’insediamento del nuovo Consiglio regionale, con il diritto alla rappresentanza dei cittadini. Avremmo auspicato un taglio drastico degli stipendi e di altri privilegi ai membri del Consiglio e della Giunta, che sarebbe stato certamente più efficace in termini economici.
Lo stesso Decreto conferma addirittura l’estensione dei vitalizi agli Assessori esterni, voluto dalla Polverini in questa legislatura.
Emerge poi come l’applicazione di norme elettorali conseguenti al testo del Decreto imporrebbero l’elezione dei membri del prossimo consiglio regionale ancora una volta tramite il cosiddetto listino dei nominati, riducendo così ulteriormente la rappresentanza reale.
Riteniamo queste norme, riassunte nel Decreto governativo, inaccettabili ed espressione di evidenti violazioni normative e costituzionali. Non si può riformare la democrazia e modificare le norme elettorali a poche settimane dal voto attraverso un articolo di un decreto dal titolo ‘riduzione dei costi della politica nelle Regioni”.  Ci riserviamo pertanto ogni azione che possa ripristinare la legalità costituzionale, e il rispetto dello Statuto e delle leggi della Regione Lazio

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