Ecco come stanno le cose (rispetto a come ve le raccontano i giornali): lo scandalo Lazio

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In relazione ad articoli di stampa e servizi radiotelevisivi apparsi e andati in onda in questi giorni su alcuni media, dove si sostiene che al Consiglio Regionale del Lazio “tutti i partiti” o “gruppi politici” hanno votato la manovra d’aula del 2010 che ha determinato le nuove regole di erogazione dei fondi ai gruppi consiliari o che, sempre riferito  a ‘tutti i gruppi, nessuno escluso’, con riferimento alla gestione dei conti ‘non controllava niente nessuno’, o che ancora 'tutti' hanno votato a favore del bilancio 2011 e 2012, il Gruppo Lista Bonino Pannella, Federalisti Europei al Consiglio Regionale del Lazio comunica che sta intraprendendo azioni legali a tutela della verità e si riserva  di intraprendere altre  azioni legali che ritenga necessarie a tutela dei suoi interessi e della sua immagine a fronte di notizie false e calunniose.

Qui di seguito i fatti, su come stanno veramente le cose, riguardo l’operato dei consiglieri regionali  Radicali, Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo, alla Regione Lazio:

ANAGRAFE PUBBLICA
I Radicali hanno proposto l’anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati come primo atto della legislatura. Dopo due anni, nonostante la preparazione di un testo base, la commissione non licenzia per l’Aula il testo perché “c’è un problema sulla vostra norma che vuole la pubblicità sul bilancio dei gruppi e i rendiconti dei consiglieri”.

TRASPARENZA
In assenza di una legge che lo imponesse i Radicali del gruppo della Lista Bonino Pannella hanno pubblicato su radicalilazio.it  prima il bilancio consuntivo del gruppo del 2010 e poi quello del 2011 (nei primi mesi del 2012) e dunque non dopo lo “scandalo Fiorito”.

NE PARLIAMO CON SERGIO RIZZO
Una volta reso pubblico online il nostro bilancio (dopo averlo depositato presso l’Ufficio di Presidenza del Consiglio), nonostante a più riprese avessimo denunciato il problema della non trasparenza, decidiamo di mostrare a Sergio Rizzo il nostro bilancio spiegandogli nel dettaglio le voci da cui era composto. A seguito di questo incontro avvenuto intorno a luglio del 2012, Sergio Rizzo lavora al suo articolo, in cui si dà per la prima volta notizia dei fondi ai gruppi di cui oggi tanto si parla. Infatti il Corriere della sera del 20 agosto 2012 pubblica per primo la notizia: “Regione Lazio: ai partiti 4 volte più della Camera”. Nell’articolo Sergio Rizzo scrive:
Da destra a sinistra non c'è chi non abbia invocato più trasparenza sui soldi pubblici destinati alla politica. Ma di passare ai fatti non se ne parla proprio. Se si eccettuano, naturalmente, alcune meritorie iniziative purtroppo isolate.
Qualche settimana fa il gruppo radicale al Consiglio regionale del Lazio presieduto dall'avvocato Giuseppe Rossodivita ha pubblicato sul sito internet il proprio bilancio. Un documento impressionante, che illumina un angolo del capitolo costi della politica finora tenuto accuratamente all'oscuro. Ovvero, i contributi che le Regioni erogano ai gruppi «consiliari».

I CONSIGLIERI SI INTASCANO I SOLDI: (100 mila a consigliere)
Questa affermazione, per quanto riguarda il Gruppo Radicale è falsa.  I soldi che abbiamo ricevuto come voce “finanziamento delle attività del gruppo consiliare” sono stati bonificati sul conto del gruppo e mai sono stati girati sui conti dei consiglieri. I soldi sono stati spesi, non tutti ma solo una parte come si può riscontrare dal bilancio online,  solo ed esclusivamente per le finalità di attività politica: convegni, congressi, stampa di opuscoli etc. Posto che come Radicali siamo da sempre contro il finanziamento pubblico dei partiti, quello che abbiamo denunciato questa volta era l’assoluta mancanza di trasparenza sull’utilizzo di quei fondi: abbiamo ragione di credere che i soldi venissero utilizzati per finanziare le passate e le future campagne elettorali.

CHI HA DECISO LO STANZIAMENTO DI QUEI FONDI
I fondi per i gruppi consiliari sono stanziati nel bilancio del Consiglio che è parte del Bilancio della Regione. Il Bilancio del Consiglio è proposto dall’Ufficio di Presidenza, accettato dalla Giunta e votato a maggioranza prima dalla Commissione Bilancio e poi dal Consiglio regionale. Come Radicali abbiamo votato contro i bilanci presentati. Peraltro, per il Bilancio della Regione,  la giunta della Polverini cinque volte su sei (fra assestamenti e leggi di bilancio) ha imposto il suo maxi-emendamento, che vuol dire in parole semplici che ha scritto, senza dare opportunità al Consiglio di modificare alcuna virgola del testo, il bilancio della Regione. Successivamente è all’interno dell’Ufficio di Presidenza che è stato deliberato lo stanziamento di quei fondi. Fanno parte dell’Ufficio di Presidenza del consiglio: Pdl, Lista Polverini, Udc, Pd e Idv. Non ne fanno parte i Radicali.

MA VOI LO SAPEVATE?
Certo che no. Le delibere dell’ufficio di Presidenza nonostante i nostri emendamenti per la trasparenza non sono pubbliche e non ci sono state neanche fornite in relazione alle richieste di accesso agli atti che abbiamo inoltrato ai sensi dell’art. 30, comma 3, dello Statuto della Regione.
Abbiamo preso coscienza dell’entità complessiva delle somme annuali destinate al nostro gruppo, di fatto, alla fine di ogni anno perché queste cifre vengono accreditate in varie rate. Entro i 28 febbraio di ciascun anno abbiamo provveduto, come previsto, a rendicontarle al Comitato regionale di controllo contabile e pubblicarle sul nostro sito.

LA POLVERINI SAPEVA?
La Presidente Polverini è capo della maggioranza, e sa benissimo tutto. Uno dei maggiori gruppi presenti in Consiglio porta il suo nome: Lista Polverini, 13 consiglieri.
In realtà queste cifre sono state verosimilmente contrattate nelle sessioni di bilancio proprio dalla maggioranza, la Presidente Polverini infatti tramite l’Assessore Cetica, per tenere buona la maggioranza e far passare tranquillamente le leggi finanziarie e di bilancio sapeva che questo era il prezzo da pagare ai consiglieri della propria maggioranza.

1 commenti:

luigi castaldi ha detto...

Scusi, Berardo, può levarmi una curiosità? Lei scrive: "Una volta reso pubblico online il nostro bilancio (dopo averlo depositato presso l’Ufficio di Presidenza del Consiglio), nonostante a più riprese avessimo denunciato il problema della non trasparenza, decidiamo di mostrare a Sergio Rizzo il nostro bilancio spiegandogli nel dettaglio le voci da cui era composto. A seguito di questo incontro avvenuto intorno a luglio del 2012, Sergio Rizzo lavora al suo articolo, in cui si dà per la prima volta notizia dei fondi ai gruppi di cui oggi tanto si parla. Infatti il Corriere della sera del 20 agosto 2012 pubblica per primo la notizia...".
Segnalo innanzitutto un'incongruenza con quanto Rossodivita ha dichiarato ai microfoni di Radio Radicale il 21.9.2012 (http://www.youtube.com/watch?v=MfL58hPkWgg&feature=share&list=UU_YaRMaHiFPVoufqC_katvw): lì è Rizzo ad essersi "meritoriamente accorto", nessuno glielo segnala. Ma la questione è un'altra: perché non attirare l'attenzione pubblica sulla cosa già nel 2010? Ho letto tutti i post sul sito del gruppo consiliare della Lista Pannella e ho ascoltato tutti i vostri interventi in Consiglio regionale: fino all'articolo di Rizzo non ho trovato una parola relativa a quei fondi.
Qui nessuno vuol levarvi il merito di aver proposto l'anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati appena entrati in Consiglio, ma prendervi anche quello di aver sollevato il problema mi pare eccessivo: senza gli scazzi tra Fiorito e Battistoni la questione sarebbe lì dov'era, dov'è stata dal marzo del 2010 all'agosto del 2012. So bene che la posizione dei radicali sul finanziamento pubblico alla politica non è più quella del 1997, ma di fatto il denaro pubblico va anche agli antipartitocratici per eccellenza, no?