Visita Radicali carcere di Rebibbia, Berardo: sovraffollamento e altre carenze determinano situazione di rischio. La Regione Lazio da 4 anni non fa più la formazione professionale

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Nell'ambito della mobilitazione Radicale per porre al centro dell'agenda politica quello che le parole del Presidente Giorgio Napolitano han definito "una questione di prepotente urgenza sul piano costituzionale e civile", ovvero lo stato delle nostre carceri, ma insieme complessivamente della giustizia, una delegazione radicale composta da Rocco Berardo, Consigliere Regionale della Lista Bonino Pannella, Sergio Rovasio, segretario dell'Associazione Radicale Certi Diritti, e Raffaele Fortino del Partito Radicale, ha visitato nella giornata di ieri il carcere di Rebibbia. Più precisamente Rebibbia Nuovo Complesso e Rebibbia casa Circondariale.

Dichiarazione di Rocco Berardo, consigliere regionale Lista Bonino Pannella – Federalisti Europei: "A fronte di una capienza regolamentare di 1180 detenuti, oggi Rebibbia Nuovo Complesso registra 1660 presenze di detenuti; mentre gli agenti di Polizia Penitenziaria che dovrebbero essere secondo la pianta organica 850, oggi sono 630. Stessa situazione per Rebibbia Casa di reclusione: 296 detenuti comuni a fronte di 245 posti disponibili. Gli agenti invece sono 180, e dovrebbero essere 276. E nella visita abbiamo riscontrato paradossi tutti italiani e che riguardano anche la Regione Lazio: 1) i detenuti dovrebbero avere nel tempo della detenzione possibilità di recupero e rieducazione. Eppure la Formazione Professionale è bloccata, e gli ultimi corsi che si ricordano finanziati dalla Regione Lazio rimangono quelli a data 2007/2008. 2) Le utenze: non possono essere coperte dai fondi assegnati alla struttura: il costo ad esempio di Rebibbia Casa di Reclusione è di 800 mila euro l'anno, i fondi a disposizione sono solo 200 mila. 3) E poi il paradosso dei lavori "interni" dei detenuti. I lavoratori-detenuti sono pagati secondo tabelle obsolete, che risalgono al 1993, il ministero non le aggiorna, e ci pensa poi il giudice del lavoro a ripristinare la legalità ristabilendo non solo il diritto economico mancante ma anche un'ulteriore spesa dello Stato per il tempo e le spese del giudizio. Solo la grande responsabilità da una parte delle persone detenute e dall'altra del personale di ogni grado della struttura penitenziaria, tiene ANCORA questa situazione esplosiva sotto controllo. La Regione Lazio dovrebbe subito riattivare i Corsi di Formazione Professionale utilizzando anche le risorse messe a disposizione per i diritti dei detenuti nell'Assestamento di Bilancio appena votato dal Consiglio Regionale. Ora tocca alla politica, a partire dalle forze di maggioranza, dare risposte concrete a un fenomeno che altrimenti rischia di diventare già domani ingovernabile. Ecco: andrebbe scritta come seconda urgenza del Governo fare il pareggio di pianta organica e di detenuti, dopo (o forse prima) del pareggio di bilancio dello Stato.

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