Piano Rifiuti Lazio, anche dopo le 30 prescrizioni resta inadeguato

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''La Regione Lazio ha riformulato il piano rifiuti originario sulla base di 30 prescrizioni, 30 'falle formali' individuate dagli stessi uffici tecnici regionali''. Lo rende noto il vicepresidente della commissione regionale Ambiente, Rocco Berardo (Lista Bonino-Pannella) al termine della seduta odierna che, riferisce, ''e' stata sospesa in attesa di una comunicazione formale dell'assessore ai rifiuti Pietro Di Paolo''. ''Nella sostanza il piano non cambia - prosegue Berardo -, rimane inadeguato: la discarica non viene individuata e gli impianti previsti nello scenario di controllo (piano B) per entrare completamente a regime avrebbero bisogno di centinaia di milioni di investimenti, che non ci sono. Le nostre critiche quindi rimangono sempre le stesse''. Sul sito www.radicalilazio.it i consiglieri radicali hanno pubblicato la versione 'corretta' del piano e le trenta 'prescrizioni' a cui ''il piano si e' dovuto adeguare''. Tra queste, una riguarda la suddivisione del territorio regionale in sub-Ato che ''dovra' intendersi non prescrittiva ma modificabile a seguito di motivata richiesta da parte dei Comuni interessati, secondo una logica di prossimita' agli impianti di trattamento dei rifiuti urbani''. Un secondo punto fissa invece invece gli obiettivi di raccolta differenziata ''adeguandoli alle prescrizioni normative vigenti''. ''Nella precedente versione era fissato l'obiettivo del 60% di differenziata dal 2011 al 2017 - spiegano dai radicali -, ora si prevede il 60% solo fino alla fine del 2011 e il 65% per tutti gli anni a seguire. Il problema e' che se questa soglia era irrealizzabile prima, ora lo e' ancora di piu'. Non si capisce, infatti, in che modo e con quali risorse economiche vogliono raggiungere questi obiettivi. Questo piano - concludono - rischia di rimanere solo sulla carta''.(ANSA).

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