Radicali, braccio di ferro con la Polverini...

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ROMA - «Dopo un anno in cui la commissione Sanità ha licenziato zero provvedimenti, ieri è stata approvata in tutta fretta una legge presentata dalla Giunta e che è fondamentale per regolare l'accreditamento delle strutture sanitarie private». E' quanto ha denunciato il consigliere regionale del Lazio della lista Bonino Pannella, Rocco Berardo.

«Secondo le attuali leggi, infatti - ha aggiunto il consigliere radicale - le strutture avrebbero dovuto portare entro il 31 dicembre scorso la documentazione dell'accreditamento, e poi alla Regione sarebbe toccato l'onere di verificare le condizioni. La mancata presentazione al 31 dicembre comporta la cessazione delle attività. Questa legge invece, approvata ieri, è di fatto una sanatoria per chi non ha presentato la documentazione. Ma chi sono questi soggetti che non hanno presentato la documentazione? Mi hanno detto che si tratta di dieci soggetti, ma non sappiamo quali, che devono però essere importantissimi per fare cambiare la legge».

«Sappiamo - ha proseguito Berardo - che l'Aiop, cioè l'associazione dell'ospedalità privata, era contraria. Per cui deve essere un altro potere molto forte che evidentemente si è dimenticato di presentare le carte e ha chiesto di cambiare la legge. Forse si sono sentiti extraterritoriali anche su questo».

«Non è una norma ad hoc, noi non siamo quelli delle norme ad hoc», ha replicato la presidente della regione Lazio Renata Polverini. «Noi - ha aggiunto - stiamo semplicemente sanando le settemila strutture che l'amministrazione precedente ha lasciato autorizzate e non accreditate. Ciò detto, tutti sanno, come lo sanno anche i radicali, che noi stiamo rianalizzando tutte le strutture più importanti e con una norma stiamo sostenendo l'attività di riaccreditamento. Loro potevano tranquillamente assumersi la responsabilità di non autorizzare 7000 strutture che la loro maggioranza di allora ha tenuto fuori dalla norma. Questa sarebbe stata - ha concluso Polverini - una scelta forte, e se volevano, potevano impegnarsi in commissione per farla».

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