Irak libero, anche alla Regione Lazio, mozione per chiedere la commissione di inchiesta a sostegno dell'iniziativa nonviolenta di Marco Pannella

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Su iniziativa dei Consiglieri Regionali radicali Giueseppe Rossodivita e Rocco Berardo, è stata oggi depositata una Mozione firmata da dieci Consiglieri Regionali di sette diversi gruppi consiliari per chiedere il sostegno del Consiglio Reginale del Lazio alla richiesta di istituire una Commissione di inchiesta o di indagine sul comportamento avuto dall’Italia riguardo la guerra in Irak, così come già fatto da Stati Uniti e Gran Bretagna. La richiesta è stata lanciata da Marco Pannella, che ha avviato una iniziativa nonviolenta di sciopero della fame affinchè emerga tutta la verità sulle ragioni che hanno impedito nei fatti l’esilio di Saddam Hussein per scongiurare la guerra.

La mozione è stata co-firmata dai consiglieri Giuseppe Rossodivita (Lista Bonino Pannella, Federalisti Europei), Rocco Berardo (Lista Bonino Pannella, Federalisti Europei), Anna Maria Tedeschi (Idv), Ivano Peduzzi (Fds), Fabio Nobile (Fds), Luigi Nieri (Sel), Filiberto Zaratti (Sel), Giuseppe Celli (Lista Civica per Bonino), Angelo Bonelli (Verdi), Luciano Romanzi (Socialisti).

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Qui di seguito il testo integrale della Mozione:



Roma, 8 ottobre 2010

Al Presidente del Consiglio Regionale del Lazio


MOZIONE

Oggetto:
sostegno alla richiesta di istituire una Commissione di inchiesta o indagine sul comportamento dell’Italia riguardo la guerra in Irak.


Presentata dai Consiglieri Regionali:
Giuseppe Rossodivita, Rocco Berardo, Anna Maria Tedeschi, Ivano Peduzzi, Fabio Nobile, Luigi Nieri, Filiperto Zaratti, Giuseppe Celli, Angelo Bonelli, Luciano Romanzi.




Premesso che

- Nel gennaio 2003 fu promossa una campagna transnazionale che aveva l’obiettivo di promuovere l'esilio del dittatore Saddam Hussein per cancellare, per gli Stati Uniti stessi, la necessità della guerra, costituendo il punto di partenza per una soluzione politica della questione irachena;

- l’Appello, rivolto alla comunità internazionale, alle Nazioni Unite, al Parlamento italiano in primo luogo, chiedeva di fare propria questa proposta e fu sottoscritto da da 27.344 cittadini di 171 nazioni, da 46 membri del Parlamento Europeo e in Italia da 501 parlamentari corrispondenti al 53,5% delle Camere;

- Il 19 febbraio 2003 il Parlamento italiano con l'appoggio del Governo Berlusconi, unico caso in tutto il mondo, votò a stragrande maggioranza la proposta promossa dai radicali (345 sì, 38 no, 52 astenuti) che impegnava il Governo «a sostenere presso tutti gli organismi internazionali e principalmente presso il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, l'ipotesi di un esilio del dittatore iracheno e sulla base dei poteri conferitigli dalla Carta dell'ONU della costituzione di un Governo provvisorio controllato che ripristini a breve il pieno esercizio dei diritti e delle libertà fondamentali di tutti gli iracheni». Nel dibattito Berlusconi afferma che il Governo italiano “sta operando per questa soluzione nell'ambito di riservatezza che è d'obbligo e tiene costantemente informato il governo americano e il Presidente del Consiglio dell'Ue dei progressi che si vanno registrando”.

- D'intesa con il Presidente Usa Bush, il Premier Silvio Berlusconi nello spazio di pochi giorni ottiene da Gheddafi l'informazione che Saddam è ormai deciso a passare alla fase di attuazione delle dimissioni e dell'esilio.

- Il 6 marzo 2003 fonti ufficiali arabe riferiscono che "i Ministri degli Esteri di Egitto, Libano, Tunisia, Siria e della Lega Araba annunciano una missione a Baghdad per chiedere a Saddam di lasciare il paese ed evitare cosi la guerra". Contemporaneamente, intervenendo all'Assemblea generale all'Onu, l'ambasciatore rappresentante pakistano Munir Akram afferma che Saddam condiziona il passaggio alle dimissioni ed all'esilio alla garanzia per la sua immunità da ogni successiva accusa per crimini di guerra
- Nonostante questo la guerra scoppiò il 20 marzo senza che la proposta dell’esilio di Saddam Hussein si potesse realizzare;

Considerato che

- negli Stati Uniti e in Gran Bretagna sono state istituite Commissioni di inchiesta con l’obiettivo di verificare il comportamento avuto dal Presidente George Bush e dal Primo Ministro Tony Blair sulla guerra in Irak;
- che è in corso una campagna nonviolenta per chiedere che anche l’Italia istituisca una Commissione di inchiesta o una indagine ufficiale sul comportamento avuto dal nostro paese nella vicenda precedente alla guerra in Irak;


TUTTO CIÒ PREMESSO E CONSIDERATO

IL CONSIGLIO REGIONALE

IMPEGNA IL PRESIDENTE DELLA REGIONE


- a sostenere l’iniziativa nonviolenta per l’istituzione di una Commissione di inchiesta o di una indagine ufficiale sul comportamento avuto dal nostro paese nella vicenda precedente alla guerra in Irak;
- a richiedere ai Presidenti delle altre Regioni di sostenere tale proposta.