Ecco perché la Polverini sbaglia a voler convocare le elezioni a 50 consiglieri. Questo parere del prof. Ainis, di fatto, è una diffida.

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I gruppi consiliari regionali del Lazio della Lista Bonino Pannella, Federazione della Sinistra, Partito Socialista, Sinistra Ecologia e Libertà, e Verdi hanno quest’oggi inviato alla Presidente della Regione Lazio Renata Polverini, al Presidente del Consiglio regionale del Lazio Mario Abbruzzese, al Ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri e per conoscenza al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano un parere pro veritate - richiesto dai gruppi medesimi al Professore Michele Ainis - in merito alla vicenda dell’indizione delle elezioni regionali del Lazio, in particolare in relazione al numero di consiglieri che costituiranno il plenum della prossima legislatura.

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A seguito del pronunciamento pubblico della Presidente Renata Polverini di voler indire le prossime elezioni indicando con cinquanta il numero di consiglieri da eleggere, riteniamo illegale dal punto di vista statutario e irresponsabile politicamente indire le prossime elezioni regionali del Lazio in modo difforme da quanto stabilito dallo Statuto della Regione e da quanto disciplinato dalle regole della legge elettorale vigente. Una scelta diversa, infatti, porterà di sicuro la Regione a subire ricorsi di natura amministrativa e la stessa istituzione a una grave situazione di stallo.
La scorsa legislatura ebbe un inizio burrascoso, a seguito della mancata presentazione della lista del Pdl di Roma, ed è finita peggio. Per questo ci auguriamo che la prossima abbia un principio diverso, visto che necessariamente deve avere autorevolezza costituente e non essere minata da ricorsi e incertezze amministrative.
Fermo restando che i tagli previsti dal Governo attraverso il suo decreto potranno e dovranno necessariamente effettuarsi come i primi atti della prossima legislatura, ciò non può avvenire attraverso autonome interpretazioni dello Statuto e della legge elettorale da parte del Presidente della Regione.
Ritenendo, dunque, inaccettabile seguire altre strade che non siano quelle rispettose della legalità, abbiamo chiesto un parere pro veritate sulla vicenda al Professore Michele Ainis, che auspichiamo possa essere tenuto nella dovuta considerazione dalle massime cariche istituzionali a cui è rivolto.

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