Dopo ripetute violazioni Regolamento, passati a denuncia alla Procura Repubblica. E sulle commissioni...

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La posizione del Presidente Abbruzzese sul dimezzamento delle Commissioni del Consiglio, data in pasto ai lettori de Il Tempo, rischia di essere il peggiore paradigma della politica dell'annuncio se non passerà, in tempi brevissimi, dalle parole ai fatti. In questo senso ci uniamo all'auspicio di altri consiglieri affinché, individuata la tempistica del taglio delle commissioni, sia immediatamente comunicata la convocazione, nel primo giorno utile, della Giunta per il regolamento. Lo chiediamo con la coerenza che abbiamo costantemente espresso in Aula, tanto da vederci, soli, opporci all'istituzione delle quattro commissioni speciali votate invece anche da chi oggi richiama Abbruzzese "ai suoi doveri".

Quanto all'affermazione del Presidente circa la rigorosa osservanza del Regolamento del Consiglio dobbiamo ricordare, anzitutto per il rispetto dovuto all'Istituzione e alla verità, che proprio sotto la sua Presidenza l'inosservanza della Legge dell'Aula, cioé del Regolamento del Consiglio, si è costantemente ripetuta e aggravata. Lo scorso anno ci costrinse a rivolgerci al Capo dello Stato dopo le dure censure espresse dal Prof. Michele Ainis in un parere pro veritate in cui evidenziava ben 8 motivi di illegittimità dello strumento del submaxiemendamento dal Presidente Abbruzzese sempre ammesso secondo i desiderata della Giunta. Più di recente, in occasione della discussione delle modifiche al Piano Casa, mutatosi per gli emendamenti della Giunta in"Piano Casa e Chiesa", proprio a seguito delle sue decisioni regolamentari, ci siamo visti costretti, dopo averlo preannunciato in corso di seduta, a depositare presso la Procura della Repubblica di Roma una dettagliata denuncia dei fatti accaduti. Spetterà ora alla magistratura inquirente romana, guidata dal Procuratore Capo dott. Pignatone, accertare le responsabilità personali, nell'auspicio che la Procura della Capitale, sotto la nuova guida, abbia definitivamente cessato -come alcuni recenti provvedimenti sembrerebbero dimostrare - di essere il sicuro porto delle nebbie per le inchieste che toccano la politica romana.

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