Dalai Lama: Gravi pressioni cinesi al Comune di Milano, così avvenne anche per le iniziative a Roma e nel Lazio

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Le pressioni e le  ingerenze dell’Ambasciata di Cina sul Comune di Milano per non dare la cittadinanza al Dalai Lama costituiscono l'ennesimo tentativo di fiaccare quelle iniziative istituzionali volte a far vivere e conoscere la parola del Dalai Lama e del popolo tibetano. E' grave aver ceduto al ricatto cinese e questo non fa onore a chi ha a cuore i diritti umani e i valori democratici. L’Ambasciata cinese ha minacciato di rompere le relazioni con la città di Milano, ma a questo siamo abituati; stesso comportamento ebbe con il Comune di Roma quando venne conferita al Dalai Lama la cittadinanza onoraria, senza però dare alcun seguito a quelle minacce. Il Comune di Roma ha poi svolto in questi anni diverse iniziative in accordo con l’ambasciata cinese.
Il Consiglio Regionale del Lazio si era fatto promotore all'inizio dell'anno di una iniziativa promossa in tutti i consigli regionali d’Italia, approvando una Mozione, che impegnava anche ad esporre la bandiera del Tibet in occasione dell’anniversario della rivolta di Lhasa del 1959. Poi la bandiera tibetana, che pur consegnammo insieme alle associazioni pro Tibet alla Giunta, non fu mai esposta dalla Regione, dopo le ennesime minacce dell'Ambasciata cinese.
Ci auguriamo che il Consiglio Regionale del Lazio si faccia promotore di un invito formale al Dalai Lama per esprimergli la nostra riconoscenza per il messaggio di dialogo, nonviolenza e richiesta di autonomia che mantiene nei confronti delle autorità cinesi.

Dichiarazione di  Rocco Berardo, Presidente dell’Intergruppo sul Tibet al Consiglio Regionale del Lazio, Consigliere regionale della Lista Bonino Pannella Federalisti Europei

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