Casa di Cura Colle Cesarano, in tre anni un morto ogni cinquanta giorni, cosa si aspetta a fermare la conta?

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Depositata un’interrogazione urgente dei Consiglieri Radicali Rossodivita e Berardo

La Casa di Cura Colle Cesarano, struttura neuropsichiatrica sanitaria privata accreditata provvisoriamente dalla Regione Lazio per 200 posti letto, gestita dalla Geress S.r.l. dal 2004, è divenuta il terrifico esempio di cosa produce la mala gestione se abbinata al torpore degli enti preposti al controllo. L’aggravarsi di una realtà agghiacciante, già denunciata nel 2009, risulta essere direttamente proporzionato alla latitanza delle istituzioni.

Delle innumerevoli mancanze della struttura elencate in una interrogazione depositata dai Consiglieri regionali della Lista Bonino Pannella – Federalisti Europei, Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo, il solo dato delle morti dei degenti, pari a circa uno ogni cinquanta giorni negli ultimi tre anni, dovrebbe esser fonte di un immediato intervento della Regione per verificare lo stato della assistenza ai pazienti psichiatrici ricoverati.

I pazienti, i loro familiari e i dipendenti attendono ormai da mesi l’intervento del Presidente della Giunta regionale Renata Polverini, del responsabile della Segreteria Assessorato alla Salute Alessandro Moretti, dell’ASL e della Procura, ma nulla è stato fatto per porre fine ad una situazione di assoluta illegalità.

Nell’interrogazione i Consiglieri radicali chiedono alla presidente Polverini quali iniziative voglia prendere per verificare le notizie riportate, tutelare la salute e garantire un’assistenza adeguata dei pazienti attualmente in carico alla struttura. Chiedono, inoltre, se non ritenga opportuno sospendere qualsiasi procedura volta ad un accreditamento definitivo della struttura, se non ritenga adoperarsi per salvaguardare i livelli occupazionali dei dipendenti che operano nel centro e di coloro posti in CIG in deroga, garantendo sia la continuità terapeutica dei pazienti secondo la migliore pratica clinica sia il rispetto dei dettami in materia di diritto del lavoro. E, infine, se la Polverini non intenda a costituirsi parte civile in tutti quei procedimenti che si dovessero istaurare all’esito di eventuali indagini dell’Autorità Giudiziaria.

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