Ru486, Lazio tendenzialmente a "zero". Pronta proposta per cambiare "protocollo", sempre che la Polverini "abbia a cuore" anche i diritti delle donne.

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“L’audizione dell’associazione Vita di donna tenuta questa settimana in Commissione Sanità ha fornito indicazioni molto interessanti in merito agli indirizzi che la Regione dovrebbe assumere su diversi temi riguardanti la salute delle donne del Lazio. Dalle valutazioni svolte in commissione è emersa innanzitutto la necessità di tornare sulle decisioni assunte dalla Regione in merito alla somministrazione della Ru486. Ad oggi, l’obbligo del ricovero di fatto ostacola l’utilizzo del farmaco, al punto che nel Lazio soltanto l’ospedale San Camillo ha potuto predisporre dei posti letto per l’interruzione di gravidanza in via farmacologica: posti letto che peraltro soddisfano solo la metà dell’utenza, mentre le altre pazienti vengono inviate in Toscana dagli stessi operatori dell’ospedale romano. Come emerso anche dalle indicazioni di ‘Vita di donna’, esisterebbero però validi metodi alternativi per tutelare la salute della paziente senza l’obbligo di una permanenza in ospedale per ben tre giorni. Esiste, ad esempio, la possibilità di allestire un ambiente idoneo che accolga le pazienti in day hospital per il terzo giorno, quello forse più delicato, in cui il percorso abortivo giunge a termine. Presenteremo al più presto un mozione in consiglio regionale in cui inviteremo i vertici della Giunta regionale a prendere atto del sostanziale fallimento delle linee guida emanate alcuni mesi fa, certificate dallo scarsissimo utilizzo del farmaco negli ospedali della nostra regione, ed a ricalibrare i protocolli sulla base delle indicazioni degli operatori. Stando a quanto dichiarato dall’associazione, criticità simili vengono registrate anche sulla somministrazione della pillola del giorno dopo, che tuttora è negata anche presso strutture dei pronti soccorso pubblici. Anche su questo, solleciteremo il Consiglio Regionale ad assumere atti e iniziative affinché il Servizio Sanitario Regionale tuteli il diritto delle donne del Lazio ad accedere ad un farmaco regolarmente previsto dal prontuario nazionale. Infine, ci faremo carico di recepire le indicazioni di ‘Vita di donna’ sui due programmi di prevenzione ‘Progetto nascita’ e ‘Gravidanze a rischio’, che possono fornire ottimi spunti per altrettante proposte di legge regionale che mettano al centro la salute della donna e del nascituro nel percorso sanitario che conduce al parto”.

Comunicato congiunto Giulia Rodano - Rocco Berardo, rispettivamente vice presidente e membro della Commissione Sanità

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