Cinque domande alla Polverini su parchi e riserve naturali

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I Consiglieri regionali radicali della Lista Bonino-Pannella, Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo, hanno depositato cinque interrogazioni per chiedere alla Giunta un’immediata verifica dell’effettiva applicazione delle norme vigenti e un impegno per rinnovare e rafforzare l’azione regionale in materia di protezione della natura.

Nella regione Lazio circa 172.000 ettari si trovano all’interno di Parchi e Riserve regionali e circa 40.000 all’interno di Parchi e Riserve nazionali e statali; si tratta di poco più del 12% del territorio regionale per il quale la legge quadro statale (la 394 del 1991) e la norma regionale n. 29 del 1997 definiscono un regime giuridico speciale finalizzato ad assicurarne la piena protezione.
Nel territorio del Comune di Roma, dei circa 80.000 ettari costituenti il Sistema Ambientale e Agricolo disegnato dal Piano Regolatore, poco più di 15.000 ettari si trovano all’interno di Parchi e Riserve gestiti dall’ente regionale Roma Natura, ai quali si aggiungono le parti del territorio comunale comprese nel perimetro dei Parchi regionali dell’Appia Antica, di Veio.

Ma quante di queste aree sono effettivamente dotate dei Piani e dei Regolamenti prescritti, quante di queste aree protette sono effettivamente accessibili e fruibili? Su questo, i consiglieri regionali della Lista Bonino Pannella hanno presentato cinque interrogazioni per chiedere alla Giunta Polverini:
1) informazioni aggiornate e circostanziate sulle procedure di approvazione dei Piani dei Parchi nazionali presenti nella regione, che risultano ancora privi di questo strumento;
2) la disponibilità di un quadro riepilogativo dell’iter di approvazione dei Piani di Assetto e del Regolamento dei Parchi e delle Riserve naturali regionali;
3) notizie in merito allo stato di avanzamento dell’iter approvativo dei Piani e delle Riserve presenti nel territorio comunale di Roma;
4) dati sul regime proprietario delle aree comprese all’interno dei Parchi e delle Riserve regionali, sulla loro effettiva accessibilità e sulla consistenza del patrimonio nella disponibilità degli Enti di gestione.

Per i parchi e le riserve regionali, il commissariamento disposto dalla Giunta Polverini nello scorso mese di agosto si rivelerà un inutile colpo di mano, se non sarà accompagnato immediatamente da un impegno - della Giunta, degli stessi Commissari, ma anche di tutte le forze politiche – finalizzato prioritariamente a verificare l’effettiva applicazione delle norme statali e regionali vigenti in materia di aree protette, e successivamente a rinnovare e rafforzare l’approccio seguito finora. L’introduzione di un piano di settore per le aree protette, sovraordinato e/o sostitutivo rispetto a quelli urbanistico/territoriali, come previsto dalle leggi statali e regionali vigenti, non sembra essere l’unica e la più efficace delle soluzioni istituzionali sperimentabili per difendere l’ambiente e l’ecosistema; occorre studiare e ove possibile mettere alla prova iniziative che, sul modello britannico e francese del Trust e della Conservatoria, assicurino la costituzione di patrimoni di aree e di beni da conservare e preservare dall’urbanizzazione.

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