L’obbligo di ricovero non può esistere

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Da quanto si apprende dalle agenzie la Presidente della Regione Lazio e la sua Giunta avrebbero approvato le linee guida sulla Ru486 prevedendo la somministrazione del farmaco per la paziente in regime di ricovero ordinario, ovvero facendola stare per tre giorni presso la struttura ospedaliera pubblica.

Concepire una tale regola è assurdo dal punto di vista dell'appropriatezza del ricovero (la buona pratica clinica non prevede infatti che per la ru486 ci debba essere questa procedura) proprio in tempi in cui i posti letto vengono “tagliati”, il tutto a scapito dei costi che la Regione dovrà affrontare, imponendo la formula del ricovero ordinario al day hospital.
Ma c’è di più: la libertà della donna di poter scegliere liberamente se rimanere o meno in ospedale, in base al principio costituzionale di non essere obbligata ad alcun trattamento, non le imporrà alcuna permanenza. Le linee guida scelte da questa amministrazione (ma non solo da questa) sembrano più ricercare un supplemento di pena per chi sceglie di fare un'interruzione di gravidanza che guardare alla buona pratica clinica.

Dichiarazione di Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo, consiglieri regionali Lista Bonino Pannella – federalisti europei

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