Seria preoccupazione per l’occupazione di migliaia di persone, ma classe politica sia credibile: le nostre proposte su tagli e sprechi ignorate dal sistema da inizio legislatura.

Posted On // Leave a Comment

Il decreto del Governo sulla Spending Review sta determinando un forte allarme, in particolare sull’occupazione di migliaia di persone dipendenti di società in house della Regione Lazio. Allarme più che giustificato per gli effetti che tale decisione causerà sul piano sociale ed economico nella Regione.
Come Radicali da sempre, sin dalla campagna elettorale, abbiamo proposto di razionalizzare molte delle spese e di avviare politiche di tagli laddove gli sprechi e privilegi hanno incrementato e continuano a incrementare il deficit economico della Regione. Nessuno ci ha ascoltati, nemmeno quando in occasione del voto sulle leggi finanziarie e degli assestamenti di bilancio abbiamo proposto forti tagli alle spese clientelari e partitocratiche a partire, solo per fare un esempio, da quando ci siamo trovati soli in aula a batterci contro le nuove quattro Commissioni speciali che hanno così portato il loro numero totale di venti commissioni nel Consiglio Regionale del Lazio, record italiano: 5 milioni di euro buttati in una legislatura. Nonostante le varie promesse nulla è cambiato e quasi tutta la classe politica continua a ignorare la grave situazione economico-finanziaria del paese e della Regione.
La Presidente della Regione ed altri esponenti della Giunta si sono subito preoccupati di dire che le società in house della Regione non possono essere privatizzate, l’ alternativa, secondo il decreto del Governo, è la loro chiusura entro il 31 dicembre di quest’anno. Davvero non comprendiamo le ragioni di questa presa di posizione della Giunta senza che nemmeno si avvii uno studio sugli effetti che la privatizzazione potrebbe determinare. Le motivazioni date dalla Presidente Polverini sulla sensibilità dei dati trattati da alcune delle società in house sono davvero pretestuosi. Basterebbe porre delle condizioni molto severe, con forti penalità e questo problema si potrebbe facilmente risolvere, ma questo è solo un esempio.
La verità è che quasi tutta la classe politica regionale non intende rinunciare ad avere un controllo diretto sulle 50 strutture (19 società, 26 enti pubblici e 5 agenzie) divenute oramai un territorio protetto dove la politica scatena pratiche degenerative difficilmente contenibili: assunzioni clientelari, assegnazione discrezionale dei progetti, spartizione dei posti nei consigli di amministrazione. E’ evidente oramai l’incapacità di governare questa situazione, salvo che per i tornaconti della partitocrazia e dei privilegi garantiti dalle diverse spartizioni, tutto a scapito delle migliaia di lavoratori che si trovano oggi in una grave situazione di rischio. Basta una cifra per tutti: il plotone degli amministratori  (tra presidenti, consiglieri di amministrazione e sindaci) composto da oltre 300 persone che ha un costo complessivo superiore ai 2 milioni di euro l’anno.
Ciò che sorprende è che  in questa situazione manca del tutto una presa di coscienza seria e credibile su quanto sta avvenendo. Basta ricordare la vicenda che prevede la costruzione di due nuove palazzine presso la sede del Consiglio Regionale del Lazio, per un costo di circa 10 milioni di euro, assolutamente non necessario viste le nuove regole che si applicheranno sulla formazione dei gruppi regionali e all'opportuno dimezzamento delle commissioni consiliari.
E mentre almeno una decina di società partecipate sia direttamente che indirettamente da parte della Regione  rischia la chiusura, la Giunta ne ha appena costituite due: LazioMar s.p.a. e Lazio Ambiente s.p.a. più un’altra s.p.a. che dovrebbe occuparsi di riscossione dei tributi.
Noi Radicali siamo disponibili a qualsiasi dialogo che abbia la finalità di limitare le gravi conseguenze che la Spending review potrebbe causare ma a condizione che ci sia una vera e reale volontà di rinunciare a tutte le prebende, le spartizioni, i privilegi che hanno ridotto così il paese e la nostra Regione, assicurando ai lavoratori non astratte promesse ma riforme per un Welfare che assicuri reali ammortizzatori sociali.

0 commenti: