Perché mandare i rifiuti all'estero non va bene.

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Se dovessimo seguire il principio secondo cui laddove esiste una discarica di tal quale questa andrebbe chiusa portando i rifiuti fuori Regione, tale idea dovrebbe valere per tutti i 102 invasi sotto procedura di infrazione dell’Unione europea. Iniziando proprio da quei territori della Campania dove sono stoccate sei milioni di tonnellate di ecoballe  che, ogni giorno, devastano l’ambiente. In merito al paragone tra Roma e Napoli, ci corre l’obbligo di sottolineare alcune differenze. La prima è riferita alla quantità dei rifiuti indifferenziati che la Capitale produce in volume molto superiore al capoluogo partenopeo. La seconda attiene al tipo di discarica,  considerando esclusivamente il materiale da conferirci, Napoli non ha gli impianti per la produzione di frazione organica stabilizzata, Roma invece sì, e se questi funzionassero a regime avremmo risolto una buona parte del problema. E’ utile ricordare, inoltre, come i viaggi della monnezza napoletana non siano nati con il sindaco De Magistris. La Regione Campania, per far fronte a diverse emergenze, ha già usato questo metodo senza mai raggiungere risultati apprezzabili. Tale ragionamento vale anche per Roma. Infatti senza un forte investimento economico utile ad avviare un vero ciclo dei rifiuti, ogni soluzione temporanea, sia essa la discarica che il trasporto dei rifiuti all’estero, non farà altro che rimandare il problema. Si cominci a rispettare le leggi senza nascondersi dietro a proroghe, deroghe e viaggi fuori regione.

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