Cannabis terapeutica sostegno all'iniziativa dei parlamentari Radicali e Ass. Luca Coscioni di disobbedienza civile: oggi è legale ma burocraticamente ostruita dalla sanità regionale. Per questo rilanciamo nostra proposta di legge.

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Sosteniamo la disobbedienza civile portata avanti dai parlamentari radicali e in primo luogo da Rita Bernardini con l'Associazione Luca Coscioni, in particolare con l'azione di Andrea Trisciuoglio, e le associazioni dei malati  affinché si disseppellisca la proposta di legge, presentata proprio dai Radicali e da anni giacente nei cassetti del Senato, che introduce la possibilità per persone affette da alcune gravi patologie di accedere sia alla cannabis in forma naturale sia ai farmaci derivati da estratti di cannabis; mentre alla Camera è stata da poco calendarizzata la proposta di legge (a prima firma Bernardini) che propone di depenalizzare la coltivazione domestica della marijuana.
L'inerzia del Parlamento denunciata ieri alla Camera fa il paio con la stasi che, sul tema, c'è nel Consiglio regionale del Lazio. Come consiglieri Radicali del Lazio fin dal novembre 2010, tra i primi in Italia, abbiamo depositato con Sinistra Ecologia e Libertà un progetto organico di legge regionale - scritto in collaborazione con le associazioni Pazienti Impazienti Cannabis, Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica e Cannabis Terapeutica - volta a facilitare l'accesso per uso terapeutico ai farmaci cannabinoidi; da allora un ulteriore testo è stato presentato da Federazione della Sinistra. Entrambi sono lettera morta e giacciono nei cassetti della Commissione regionale Sanità. Il medesimo progetto di legge è stato depositato, grazie all'attivismo delle suddette associazioni, presso i  Consigli dell' Emilia Romagna,  della Liguria, della Lombardia, del Piemonte e del Veneto, oltre alla Toscana dove dallo scorso maggio è  legge regionale.
La Regione Lazio e la maggioranza che la governa avrebbe potuto, al di fuori di ogni pregiudizio ideologico, fare da apripista sul tema, la prima a farsi carico globalmente delle difficoltà dei malati che cercano di alleviare le proprie sofferenze con i cannabinoidi; oggi, persa la primogenitura, potrebbe seguire l'esempio della Regione Toscana iscrivendosi tra le regioni virtuose e sensibili alla necessità terapeutiche di tanti malati. Non vorremmo che, per denunciare lo stallo legislativo, malati frustrati nelle loro aspettative di cura debbano inscenare disobbedienze civili analoghe o più gravide di conseguenze di quanto fatto ieri alla Camera dei Deputati.
Per questo facciamo appello ai consiglieri della maggioranza, molti dei quali medici e per questo attenti all'evoluzione delle terapie a base di prodotti cannabinoidi, affinché prendano in mano queste proposte e le facciano proprie restituendo ai malati una possibilità di terapia oggi legale ma ostruita dalla burocrazia della sanità regionale. Attraverso le soluzioni legislative presentate, peraltro, si porterebbe alla sanità del Lazio un ingente risparmio, evitando l'importazione di questi medicinali dall'estero.

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