Arsenico nell'acqua. La nostra mozione.

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Al Consiglio regionale del Lazio presentata una mozione per ridurre subito l’esposizione delle persone ad acque contaminate da arsenico.

I consiglieri regionali Rocco Berardo, Ivano Peduzzi e Giuseppe Rossodivita, hanno presentato una mozione urgente al Consiglio regionale del Lazio che impegna la Presidente Polverini ha porre in essere interventi immediati per ridurre subito, nei Comuni della Regione Lazio interessati da questa problematica,l’esposizione delle popolazioni ad acque con valori di arsenico, elemento tossico e cancerogeno,superiori a 10 microgrammi/litro. Di seguito il testo:

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MOZIONE

IL CONSIGLIO REGIONALE DEL LAZIO

Visto che

l ’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro (I.A.R.C.) classifica l’Arsenico come elemento cancerogeno e lo pone in diretta correlazione con molte patologie oncologiche e in particolare con il tumore del polmone, della vescica, del rene e della cute;

l’esposizione ad Arsenico attraverso l’acqua destinata a consumo umano è stata associata anche al cancro del fegato e del colon;

l’assunzione cronica di Arsenico è indicata da numerosissimi studi scientifici anche quale responsabile di patologie cardiovascolari, neurologiche e neuro comportamentali, il diabete di tipo 2, lesioni cutanee, disturbi respiratori, disturbi della sfera riproduttiva e malattie ematologiche.

Considerato che

il Decreto legislativo n. 31 del 2 febbraio 2001, modificato e integrato con successivo D.Lgs. 27/02, che disciplina la qualità delle acque potabili destinate al consumo umano garantendone la salubrità e la pulizia, in recepimento della Direttiva europea 98/83/CE, dal dicembre 2003, ha abbassato il limite previsto per l’Arsenico nelle acque potabili da 50 a 10 μg/l (microgrammi/litro), proprio in considerazione della sua cancerogenicità e dell’evidente rischio per la salute umana;

la Regione Lazio fin dal 2003 ha continuamente fatto ricorso all’istituto della deroga, che ha innalzato il limite previsto dal D. Lgs. 31/2001 da 10 a 50 microgrammi/litro per l’Arsenico ( ma anche i limiti per altri elementi quali il Fluoro, il Vanadio, il Selenio) e di fatto ha reso potabili per deroga acque che in realtà non lo sono;

i periodi di deroga come disposto dal succitato decreto legislativo avrebbero dovuto però avere la durata più breve possibile, e comunque non superiore ad un periodo di tre anni nei quali si sarebbero dovuti presentare ed attuare piani di rientro mediante idonee tecnologie di trattamento delle acque captate e/o attraverso l’individuazione di nuove risorse idriche sostitutive, in modo da assicurare acque salubri e pulite agli abitanti della regione Lazio

IMPEGNA

Il Presidente della Regione affinché:

si faccia immediatamente rispettare nella Regione Lazio il divieto di uso per consumo umano di acqua contenente arsenico oltre i 10 microgrammi/litro adottando tutti i provvedimenti necessari per rientrare nei limiti previsti dal D.lgs n°31/2001 e dal parere della Commissione Europea del 28 ottobre 2010 espresso nel documento N° C (2010)7605;

si provveda immediatamente a predisporre forme alternative di approvvigionamento di acqua potabile per la popolazione maggiormente esposta, in particolare: neonati, bambini sotto i 3 anni, malati, donne in gravidanza e scuole, ospedali, industrie alimentari;

si dia la più ampia e diffusa informazione agli operatori sanitari e alla popolazione in merito ai rischi relativi alla esposizione ad Arsenico presente nell’acqua destinata al consumo umano e nelle preparazioni alimentari.

I Consiglieri Rocco Berardo, Ivano Peduzzi, Giuseppe Rossodivita

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