
La paradossale situazione in cui sono costretti gli operatori della fecondazione assistita del Lazio emerge chiaramente andando sul sito dell'Istituto Superiore di Sanità, nella sezione "Registro Nazionale Procreazione Medicalmente Assistita", in cui, selezionando la regione Lazio, appare in sovraimpressione la situazione di mancata autorizzazione - unica in Italia - delle strutture laziali.
Le strutture di fecondazione assistita attualmente operanti hanno ottemperato ad ogni prescrizione di legge, sono regolarmente iscritte al Registro Nazionale sulla Procreazione Medicalmente Assistita e sono in possesso sia autorizzazioni sindacali che della competente autorità amministrativa medico locale (ASL) per l’esercizio.
Tale gravissimi inadempienza della Regione Lazio, che si protrae di fatto dal 2004, espone le strutture alle sanzioni previste per legge.
Con l’interrogazione presentata oggi i consiglieri Radicali sollecitano il Commissario Polverini, affinché risolva in tempi brevi la questione, squisitamente amministrativa, ed esprimono tutto il loro stupore nel dover essere proprio loro a pretendere la completa attuazione della legge 40 del 2004.
0 commenti:
Posta un commento